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Situazione
compromessa Quello che il governo non è in grado di fare di Oliviero Widmer Valbonesi Siamo ancora nella
legittimità costituzionale di una Repubblica parlamentare, o da tempo, un
parlamento eletto da una legge giudicata incostituzionale, un governo
espressione di un premio di maggioranza falsato illegittimamente, un
Presidente della Repubblica eletto in queste condizioni, violano
quotidianamente la Costituzione che dovrebbero rispettare e tutelare? In una
situazione del genere si dovrebbe legiferare in Parlamento avendo
l'accortezza di non forzare l'equilibrio precario determinatosi e garante che
ciò avvenga dovrebbe essere il Presidente della Repubblica. Solo disegni di
legge ampiamente dibattuti e condivisi potevano essere approvati in un paese
democratico che voglia convivere con un'emergenza quale quella creatasi con
la sentenza della Corte Costituzionale sul “Porcellum”. Invece Mattarella
tace e, il continuo ricorso a decreti legge e a voti di fiducia costruiti su
una maggioranza parlamentare fittizia, fanno ritenere che siamo governati da
un potere occulto che ha espropriato la sovranità popolare e in nome di
riforme, che sono solo promesse, e che aggravano la situazione. La gravità
della situazione e della svolta autoritaria in atto sta nel fatto che le
sentenze della Corte Costituzionale vengono violate,
vedi adeguamento pensioni, vedi “Italicum”, si licenziano provvedimenti che
anziché risanare il debito lo allargano, anziché riformare e snellire la P.A.
la appesantiscono aumentando il debito pubblico, vedi questione Province.
Senza una strategia di politica economica si promettono tagli che sono sempre
lineari e quindi non qualificano la spesa e non si fanno investimenti. Non
abbiamo una strategia di livello europeo se non quella di essere gli zerbini
della Merkel sperando in qualche briciola di pane. Si spaccia per riforma il jobs act che non ha prodotto nulla se non un
marchingegno, finanziato dallo Stato, per trasformare un contratto
determinato in contratto indeterminato, ma che sul piano occupazionale ha
prodotto un saldo pari allo zero. Si annunciano sgravi fiscali miracolosi,
che saranno pagati dai soliti lavoratori dipendenti e pensionati ed enti
locali. La nostra collocazione geografica ci espone a farci carico di un
flusso migratorio senza precedenti senza ottenere dall'Europa una modifica
del trattato di Dublino. La popolarità del Premier eletto da un complotto è
in continuo calo e solo il trasformismo di parlamentari mercenari gli
consente di governare le defezioni che avvengono quotidianamente anche nel
suo partito. Un paese normale, con un presidente della Repubblica libero,
andrebbe subito alle elezioni restituendo al popolo la sovranità popolare che
viene calpestata quotidianamente. Ma, Renzi e
Mattarella, non ci pensano nemmeno. Come sfingi nel deserto tutelano se stessi e gli equilibri di sottopotere che li hanno eletti.
D'altronde l'opposizione è nana, divisa e populista, non convince e teme il
voto, questo dà respiro al niente del governo e la politica langue
prendendosi tutti gli improperi. Quando nulla funziona, occorre ritornare
alle origini con la garanzia delle regole costituzionali e non la loro
violazione, per garantire un potere neanche tanto occulto. Votare, creare una
maggioranza che abbia un programma per il bene comune, riformare lo Stato,
portando i comuni a 25000/30000 abitanti, abolire veramente le Province,
ridurre le Regioni a cinque o sei macroregioni, favorire la nascita di Città Metropolitane
secondo criteri oggettivi di governo integrato del territorio e superando gli
sprechi dei campanilismi, uscire da tutte le società partecipate, indicare
standard qualitativi dei servizi da rispettare. Sperimentare, soprattutto
nella sanità pubblica modelli gestionali efficienti in modo da uniformare la
qualità al meglio e non al peggio. La previdenza deve essere solo previdenza
e non gravata dall'assistenza e dalle inadempienze dello Stato per poi
giustificare la violazione dei patti coi pensionati per risanare. Il fisco va
riformato mettendo in contrasto gli interessi dei consumatori con quelli dei
gestori dei servizi: è l'unico modo per colpire l'evasione e diminuire un
carico fiscale insopportabile soprattutto da quel ceto medio sempre più povero
e vessato. Riformare la burocrazia col principio del merito e col rischio
dell'azienda privata se inefficiente ed incapace, eliminando la consuetudine
dei premi per tutti purché si taccia e non ci sia trasparenza e leggi
interpretabili ed inestricabili in cui si consumano i crimini e la
corruzione. Ecco quello che servirebbe e che il governo non è in grado di
fare. Roma, 30 Luglio 2015 |
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